Nine Inch Nails: live in Monaco e Milano (parte 2)
(2a e ultima parte...)
Assolutamente da menzionare l'apparato visivo dei Ladytron, non tanto per spettacolarità, quanto per il fatto che sullo schermo alle loro spalle è passata, ininterrotta, la visione di Suspiria di Dario Argento!
Alla fine del concerto dei Ladytron il pubblico delle prime file si compatta un po' ma niente di paragonabile a quello che accade normalmente nei locali in Italia. Questo anche perché allo Zenith di Monaco mettono delle comodissime transenne tra le prime file e il resto dell'audience, transenne che vengono chiuse poco prima dell'inizio del concerto. Si evita così l'effetto sardina e per quanta gente affolli il locale le persone nelle prime file non rischiano il soffocamento. Grandi tedeschi!
Fatto sta che appena i Nine Inch Nails appaiono sul palco parte un pogo abbastanza vivace ma, ancora, niente di distruttivo. Il povero pubblico delle prime file, evidentemente poco avvezzo a questo genere di cose, ha cominciato a traballare vistosamente: ne ho così approfittato per infilarmi, senza aver mollato un solo spintone, in seconda fila, posizione da cui ho potuto vedere e fotografare l'intero concerto.
Il set dei NIN è stato davvero bello e potente, sebbene Trent Reznor sia sembrato un filino freddo e poco comunicativo (giusto qualche "thanks" ogni tanto). Per la prima volta ho potuto ascoltare due canzoni di Year Zero dal vivo ("The beginning of the end" e "Survivalism") che hanno reso davvero bene nell'impatto live.
Grazie all'essenziale blog Nine Inch Nails News (una risorsa davvero imperdibile per ogni NIN fan italiano) posso riportare di seguito la scaletta della serata:
intro, Mr self destruct, Last, March of the pigs, Heresy, Something I can never have, The frail/The wretched, Closer, The Beginning of the end, Burn, Help me I'm in hell, Eraser, La mer, Into the void, Gave Up, No, you don't, Survivalism, Wish, Only, Hurt, The hand that feeds, Head like a hole.
Dopo qualche giorno si replica a Milano, in un posto e in una situazione decisamente meno attraente rispetto a Monaco. Oddio, l'Alcatraz non è un brutto posto ma è decisamente piccolo per ospitare l'unico live-set italiano dei NIN. Ho sperato fino all'ultimo in una seconda data italiana (magari al Saschall di Firenze) ma niente da fare. Oltre ad esserci il pienone (il concerto era sold-out da mesi) nel locale l'impianto di aerazione era spento e dopo un po' la situazione all'interno, tra caldo, aria chiusa e fumo (in barba alla Legge Sirchia), si era fatta davvero pesante.
Ad ogni modo il concerto è stato molto buono: Trent Reznor ha dato l'impressione di divertirsi e ha chiacchierato un po' con il pubblico (non che sia un "chiacchierone", ma rispetto al mutismo assoluto della data di Monaco un po' di conversazione l'ha fatta). Purtroppo le foto sono venute così così, data la posizione arretrata in cui mi sono trovato: ne ho comunque fatte alcune niente male, recuperabili al solito sul mio account Flickr.
Riporto di seguito la scaletta, "courtesy of" Nine Inch Nails News:
intro (Pinion), Mr. Self Destruct, Terrible Lie, Heresy, March of the Pigs, The Frail/The Wretched, Closer, The Becoming, The Beginning of the End, Wish, Gave Up, Help Me I'm in Hell, Eraser, Reptile, No You Don't, Survivalism, Only, Down in It, Hurt, The Hand that Feeds, Head Like a Hole.
Ottima la sorpresa di ascoltare "The Becoming" e un'intensa versione di "Eraser". Mi ha anche fatto piacere rivedere in scaletta "Down in it", un pezzo che, se non erro, non è stato suonato molto in questo tour.
Se dovessi scegliere il migliore tra i live set dei NIN visti quest'anno (compresa quindi la data di Lisbona di cui ho già parlato su Ver Sacrum) alla fine credo che la preferenza vada a quello di Monaco, visto da vicino (vicinissimo!) e sentito in modo davvero eccellente.
Infine sulla data di Milano segnalo un fatto personale molto carino: in modo assolutamente casuale ho incontrato al concerto una mia amica (Laura) che non vedevo da circa 17 anni! Con lei ero solito andare a vedere i gruppi dal vivo nei posti e nelle situazioni più disparate. Una volta, presi dalla disperazione, scassinammo un treno alla stazione di Borgo San Giovanni (mi sembra che il paese fosse quello...), luogo per nulla ameno in cui ci trovammo per assistere ad un concerto dei Litfiba (quelli buoni degli anni '80), che venne annullato in seguito ad un nubifragio (nonostante fosse giugno). Grazie a lei ho poi visto nell'88 i Dead Can Dance a Bologna e per questo non gliene sarò mai abbastanza grato. Ora Laura ha un negozio di tatuaggi e piercing a Senigallia: se passate da quelle parti e avete intenzione di "marchiare" il vostro corpo non esitate ad andarla a trovare.
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